La rivoluzione scientifica è quella del III secolo a.C.

La “rivoluzione scientifica”, ci hanno insegnato, è quella che da Copernico e Galileo, nel 1600, arriva a Newton e conduce dritta dritta all’Illuminismo. In realtà tutte le scoperte dell’età dei lumi, sono molto molto più antiche ed affondano le radici nei regni ellenistici, tre o quattro secoli prima di Cristo.

I recenti studi del professor Russo ci danno infatti un’idea di cosa fosse l’Egitto tolemaico: sappiamo tutti dei grandi successi filosofici e tecnologici raggiunti in epoca ellenistica ma ci sono cose che sicuramente non possiamo immaginare. Partiamo da Alessandria d’Egitto, che era la città più importante e tecnicamente all’avanguardia in questo periodo: oltre alla costruzione ambiziosa della grande biblioteca e del “meraviglioso” Faro (tra le sette meraviglie del mondo, 95 metri di altezza ed un sistema parabolico di specchi rotanti che riuscivano a proiettare la luce fino a 50 km di distanza per dare l’orientamento alle navi. Sostanzialmente è lo stesso sistema adottato per i fari moderni, riscoperto però solo negli ultimi secoli), la città si avvaleva nel III secolo a. C. di un efficiente sistema di illuminazione notturno per mezzo di lanterne che ardevano l’intera notte, di un sistema di depurazione dell’acqua del Nilo attraverso filtri, di canali sotterranei che  la smistavano poi a diverse abitazioni e di una strada sopraelevata che univa l’isola di Faro alla città, passando sopra una grande diga.

Tra i grandi intellettuali che lavorarono tra il IV ed il I secolo a.C. troviamo i nomi di Euclide, Ctesibio, Aristarco di Samo (che introdusse la visione eliocentrica del sistema solare) e Archimede di Siracusa.  Sappiamo che ad Eratostene fu attribuita la prima carta geografica del mondo, in cui era presente la concezione della sfericità della terra e la divisione in linee simili alle nostre latitudini e longitudini. Inoltre misurò con ottima approssimazione il grado di meridiano terrestre, fissando come riferimento quello passante per Alessandria, come poi in epoca moderna fu considerato quello passante per Greenwich.

Ma possiamo vedere l’avanzamento scientifico anche nella vita quotidiana della popolazione ellenistico-tolemaica: oltre alla selezione genetica volta a migliorare le caratteristiche sia di animali che di piante, alla costruzione di un vero e proprio antenato del “canale di Suez” che permetteva la navigazione dal mar Rosso al Mediterraneo sfruttando una ramificazione del Nilo, si era riusciti a regolare le piene del grande fiume ed a convogliarle in canali per l’irrigazione dei campi, a bonificare larghe zone paludose per metterle a coltura ed a costruire macine che funzionavano attraverso mulini ad acqua. Esisteva inoltre una macchina seminatrice ed una mietitrice meccanica automatica  e si praticava l’incubazione artificiale delle uova.

Anche in campo bellico si raggiunsero alti livelli tecnologici, con catapulte potentissime e balestre a ripetizione. Tralasciando gli enormi progressi raggiunti in ambito medico, sappiamo che già esistevano lenti che ingrandivano e rimpicciolivano oggetti e l’astronomia era molto studiata. Avevano costruito vari tipi di macchine al vapore e persino una sorta di distributore automatico che erogava una certa quantità di liquido dopo l’introduzione di alcune monete in una fessura. Ricordiamo che esistevano organi ad acqua che suonavano melodie automaticamente tipo carillon ed automi che potevano “recitare” (famoso in quest’epoca fu lo studio sugli “automi” i progenitori dei nostri robot).

Il progresso scientifico subì una battuta d’arresto con la conquista di Roma, con poi varie riprese in epoca imperiale. I testi antichi furono conservati per tutto l’arco del medioevo e ristudiati in epoca rinascimentale, per condurre ai sopracitati scienziati che altro non fecero che basarsi sulle antiche teorie e verificarle, lo stesso Newton dichiarò nei suoi scritti di essersi basato sulle osservazioni degli antichi per le sue scoperte. Quindi la “rivoluzione scientifica” è attribuita del tutto arbitrariamente alle sole menti moderne (seppur geniali!) ed è frutto piuttosto di una lenta riscoperta di un mondo antico tecnologicamente e culturalmente molto avanzato.